Istogramma, come si legge?
- Filippo Rossi
- 7 ott 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 ott 2021

Prima di cominciare, vorrei dire che tutto quello che leggerete in questo e in tutti i post scritti sono, esclusivamente frutto della mia esperienza da fotografo amatoriale, dopo svariate prove sul campo; ripeto, non sono un fotografo professionista, quindi sarebbe facile per me cadere in errore.
Nella mia "carriera" da fotografo amatoriale mi è capitato per puro piacere ovviamente, di fotografare di tutto; sperimentare per capire quale fosse la strada più giusta per le mie aspettative e sensazioni. Dopo aver scattato mi ritrovavo in post-produzione a lavorare per incidere sullo scatto quello che dentro di me doveva essere rappresentato al meglio e renderlo unico. Molte volte mi sono ritrovato a vedere e osservare in una parte dello schermo il famigerato "istogramma" chiedendomi: ma a cosa serve?
Saper leggere l'istogramma è un ottimo aiuto per capire l'esatta esposizione di una foto. Il grafico, con le sue assi "X" e "Y" ci raccontano l'esatta composizione dei toni di ogni singolo pixel di cui, appunto, è composta la foto. Saper leggere e interpretare il grafico significa avere una corretta visione dell'esposizione dello scatto. Quanto più sarà regolare questo andamento, quanto più la nostra foto sarà corretta in esposizione. Questo però, non significa che, se il nostro grafico non sarà regolare la nostra foto è sbagliata e da buttare; esistono delle eccezioni ai casi, specialmente se fotografiamo in controluce, se il nostro soggetto è scuro come lo sfondo oppure chiaro, come ad esempio un panorama innevato con il cielo bianco. Altro caso potrebbe essere se privilegiamo degli scatti in B/N con alti contrasti o ritratti con fonti di luce nette e forti.
L'istogramma, in questi casi, non sarà regolare come una foto correttamente esposta e ciò non è sbagliato a prescindere, per questo l'istogramma va letto, ma soprattutto interpretato. Ci sono comunque dei limiti che sarebbe meglio non superare per non perdere pixel, quindi dati importanti per la risoluzione finale. Questo ci racconta l'istogramma, aiutandoci a correggere lo scatto lavorando in post-produzione.

L'istogramma è diviso in 3 zone; a sinistra vengono rappresentate le OMBRE, al centro i MEZZITONI, infine a destra le LUCI. Nell'asse "X" viene rappresentata la scala della luminosità, dove lo 0 (zero) sarà il NERO ASSOLUTO, mentre nella parte opposta il 255 rappresenta il BIANCO PURO. Al centro abbiamo i MEZZI TONI, dove, teoricamente, per una corretta esposizione saranno presenti la maggior parte dei pixel.
Abbiamo poi l'asse "Y", qua invece saranno rappresentati tutti i pixel, quindi tutta la quantità di dati che contiene la nostra fotografia. Questi si estenderanno in larghezza per tutto l'istogramma, dove, dipendentemente dalla fotografia saranno distribuite ombre, luci e mezzi toni; in altezza invece, saranno rappresentati come una scala, dove, tanto più alti saranno i picchi, quanto saranno rappresentati i dati pixel in quella specifica fascia di tono; ombre, mezzi toni o luci. Quando, la quantità di pixel, supera l'altezza del grafico, schiacciandosi sulla superficie superiore, significa che una data quantità di essi viene persa.
Qua di seguito alcuni esempi di tipologie di istogramma.

Istogramma a sinistra. Foto sottoesposta e con rumore evidente non recuperabile.

Istogramma verso sinistra, generalmente scatto in notturna. La foto è sempre sottoesposta.

Istogramma neutrale spostato leggermente verso destra, quindi leggermente chiara ma ritoccabile in post-produzione.

Istogramma verso destra, foto chiara ma assente da rumore, tendente alla sovraesposizione.

Istogramma a destra, foto sovraesposta e non recuperabile.
Quando vogliamo che il nostro scatto sia con un esposizione corretta è importante che l'istogramma abbia un suo percorso regolare, cioè, deve contenere sia la zona di ombra che di luce la stessa quantità di pixel e, dove, la maggior parte di essi siano situati nella zona centrale dei mezzi toni; come a formare una montagna che da destra nasce, al centro trova la sua massima altezza e, a sinistra discenda fino a 0 (zero).
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