Shooting in esterna o in studio?
- Filippo Rossi
- 27 lug 2022
- Tempo di lettura: 6 min

Possiamo scattare ovunque riteniamo che il nostro soggetto sia adeguatamente inserito nel contesto che abbiamo scelto; possiamo scattare in studio, ma saremo limitati da scenari standard e più claustrofobici; oppure possiamo decidere per un’esterna, ma in quel caso dobbiamo essere noi a seguire e fare il gioco della nostra fonte di luce principale. Il sole.
Quando progettiamo uno shooting e pensiamo alla modella che deve contestualizzare il nostro progetto dobbiamo inevitabilmente inserirla in una location adatta. L’ambiente infatti, che avrà la proprietà non solo di “riempire” la scena, avrà un’importanza rilevante esattamente come la scelta della modella stessa. I due fattori sono assolutamente complementari tra loro, hanno la medesima importanza per una buona riuscita del nostro servizio. Durante lo studio del progetto personalmente non scelgo mai la modella per la sua bellezza o le sue forme o appariscenza; la scelta della modella ricade assolutamente nell’inserimento del progetto stesso. Non tutte le modelle sono adatte per qualsiasi tipologia di shooting, non perché non capaci, ma piuttosto perché ogni modella nelle loro fotogenicità hanno caratteristiche diverse l’une dalle altre; possono essere anche piccoli particolari come un taglio di capelli o un colore particolare, il colore stesso della pelle, la presenza o l’assenza di tatuaggi o piercing, le misure del corpo oppure l’espressione stessa, le linee marcate o meno del viso e così via. Nel nostro pensiero di progetto dobbiamo aver ben a fuoco quello che vogliamo avere davanti agli occhi per gli scatti, certo, mai sarà possibile emulare in maniera perfetta le nostre idee dal nostro progetto, ma dobbiamo impegnarci per avere la maggiore percentuale possibile per il nostro risultato. Non è quindi una perdita di tempo studiare quello che vogliamo riprodurre, pensare al tema per poi passare alla location, fino ad arrivare alla scelta della modella, le luci e tutto il resto.
Dopo questa piccola premessa possiamo affrontare il tema per la scelta del luogo dello shooting e tutte le sue varie tipologie. Voglio precisare che tutte queste affermazioni, idee e pensieri sono frutto solamente della mia modesta esperienza e non sono dettate da un professionista del settore, quale io ovviamente non sono, prestandomi solamente nel raccontare tutte quelle cose che, negli anni ho potuto sperimentare.
Lo shooting in studio.
Credo che per un principiante fotografo, amatore o comunque per cominciare ad impratichirsi con la luce, lo shooting in studio, o comunque in un ambiente chiuso, possa solo che aiutare il fotografo ad avere la possibilità di capire la lezione più importante della fotografia, cioè la luce. Basti pensare solo al significato della parola fotografia che deriva da due parole greche; foto (phos)e grafia (graphis) quindi letteralmente, fotografia significa “scrittura con la luce”. L’importanza quindi è estrema, scrivere con la luce significa comunicare, far capire, dimostrare, esporre le nostre sensazioni; questo però sarebbe impossibile senza la luce, cioè senza l’unica fonte che il nostro obiettivo e sensore percepisce, trasformando tutto quello che attraversa, sfiora o rifrange nella nostra personale “scrittura” che si trasforma in immagine.
Lavorare in studio o in una stanza adibita, o comunque in un ambiente chiuso ha i suoi vantaggi; per prima cosa, e non trascurabile, l’orario. In studio possiamo decidere quando scattare, ma non solamente per un discorso di tempo, come alla mattina presto o la sera inoltrata; ma anche per un discorso stagionale, in inverno, oppure se piove e il tempo non soddisfa le nostre idee. Grazie alla sola luce artificiale possiamo decidere il miglior schema luci, avere tempo per posizionarlo e cambiarlo, decidere l’intensità tutte le volte che lo vogliamo, pensare di scattare con schemi semplici o più complessi a seconda delle nostre sensazioni. Poter avere la facoltà di decidere quale luce utilizzare e come utilizzarla fa sì di plasmare il nostro soggetto esattamente come lo vogliamo. Per questo, ritornando al discorso iniziale, lavorare in studio aiuta moltissimo il principiante o l’amatore alle prime armi, aiuta a capire tutte le varie tempistiche nella fotografia e tutti i parametri utilizzabili a seconda dello scatto che vorremmo vedere realizzato. Fa conoscere appieno le potenzialità della nostra macchina e i suoi punti deboli. Le combinazioni di lavoro sono praticamente infinite, passando dai tempi, alla focale, all’intensità del flash o al suo ritardo/anticipo e così via. Avere la possibilità di lavorare in studio può dare la possibilità di crearsi anticipatamente dei set di luce, disegnando dei layout a mano oppure utilizzando programmi dedicati come ad esempio “set a light 3d” se volessimo lavorare al computer e non a mano libera. Personalmente creo sempre dei layout prima di cominciare un set in studio, non solamente per avere “un’anteprima” di quello che ho in mente ma soprattutto per ricordarmi tutti i vari set pensati in precedenza senza dimenticarmene nessuno.
Purtroppo però, scattare in studio ha anche i suoi punti deboli. Seppur voi abbiate uno spazio grande da poter adibire a studio non trasmetterete mai le stesse sensazioni come se scattasse in esterna o in luoghi chiusi sì, ma in grandi strutture e/o luoghi come fabbriche, magazzini eccetera. Poter dare una profondità di campo alla nostra scena, sicuramente trasmetterà più emozioni che scattare con un telo dietro al soggetto, seppur trattandosi di uno scatto perfetto. Niente da discriminare o puntualizzare, scattare in studio è sempre una bella sensazione ma essendo uno scatto studiato perfettamente lo sento più “freddo” e avendo poche possibilità di interazione con lo spazio circostante lo percepisco più chiuso e fermo. Infatti proprio per questo motivo è sempre bene far interagire la modella con oggetti pensati per il servizio, come una banalissima sedia o sgabello, oggetti in plexiglass semi trasparenti o qualsiasi altro oggetto seppur che entri bene nella vostra scena senza “soffocare” la modella stessa.
Sicuramente scattare in studio è ottimo per cominciare o comunque proseguire, adattando le nostre conoscenze per creare sempre delle situazioni particolari e nuove. Giocare con la luce è essenziale per capire al meglio il mondo della fotografia. Usare uno studio o un piccolo fondo adibito ci dà anche la possibilità di interagire con i nostri obiettivi, le nostre focali e capire bene le distanze. Scattare in studio dà anche la possibilità, grazie all’ambiente limitato di instaurare un rapporto molto più intimo con la modella, scattando in posizioni ravvicinate e anomale, possiamo interagire diversamente con il nostro soggetto mettendolo a suo agio per lavorare al meglio e creare un buon lavoro.
Lo shooting in esterna.
Dopo che ci siamo impratichiti scattando in studio e aver appurato bene e studiato le luci e la nostra camera, possiamo passare per così dire al “level up”. Così io l’ho sempre interpretato, salire di livello, uscire e scattare in esterna anche in diverse ore del giorno significa avere già almeno una padronanza sia nei settaggi della nostra camera ma soprattutto nel capire, seguire e interpretare la fonte principale della luce per la nostra scena. Il sole. Non importa dove si decida di scattare, all’aperto in un campo fiorito o sulla spiaggia oppure in un luogo come un grande magazzino abbandonato; il sole per noi è come la nostra luce continua in studio a differenza che con il passare del tempo, durante il set, il sole cambia la sua intensità e la sua posizione, in pratica è il nostro timer, il conto alla rovescia che comincia appena iniziamo a scattare. Qua, l’importanza di conoscere al meglio le funzionalità della nostra camera sono la regola, settare al momento tutto il necessario per scattare in maniera ottimale quello che ci troviamo davanti potrebbe risultare banale ma vi assicuro che non lo è. Anche in questo caso poter fare dei layout prima di cominciare il servizio sarebbe un bene, non tanto per capire il settaggio della nostra macchina, visto che non sapremo mai l’intensità della luce ambiente fino a che non ci troviamo sul luogo del set, ma soprattutto per rimanere concentrati e ricordare quello che dobbiamo fare. E’ di fondamentale importanza, secondo me, visitare prima il luogo dove abbiamo deciso di ambientare il set, è importante capire gli spazi, i luoghi più suggestivi per scattare (e non perdere tempo a cercarli al momento) documentandosi sempre fotografando con il cellulare quello che ci circonda per avere un’idea precisa sulla luce, sullo spazio e soprattutto per avere degli spunti per la realizzazione del servizio. Mai quindi andare solo il giorno stesso del set nel luogo prestabilito, dobbiamo limitare al massimo le possibili problematiche e i tempi morti. Poter ambientare il nostro servizio, rende la nostra fotografia unica, diversa e soprattutto con un’infinità di soluzioni possibili. Scattare in esterna permette di sviluppare, a mio modo di vedere, molte capacità come improvvisazione, fantasia, interpretazione e costruzione del soggetto nell’ambiente scelto. Avere la possibilità di poter ambientare il nostro set in un luogo aperto o comunque molto grande, ci permette di usare profondità di campo differenti, ci permette di saturare la scena con l’ambientazione e con colori perfetti, adatti alla tipologia di set che avevamo in mente. Possiamo giocare con obiettivi diversi con le prospettive, far interagire al massimo la modella con l’ambiente stesso e cosa molto importante ci permette di utilizzare un flash per riempire il soggetto e plasmarlo, rendendolo più reale e meno piatto.
Di contro, potremmo aver difficoltà nel sapersi destreggiare in ambienti aperti, con molta luce; utilizzare un flash di supporto, dirigere la modella in grandi spazi e così via. Tutte le nostre lacune però possono essere migliorate, entrare per gradi in questo tipo di “mondo” può solo che aiutare, step dopo step a prendere confidenza e sicurezza in tutto quello che facciamo. Se volessimo intraprendere da subito la strada della fotografia in esterna, parlando sempre di shooting con modelle, cominciamo allora nel prendere la nostra attrezzatura ed andare per il nostro paese, fotografando tutto quello che ci piace, usando impostazioni varie per capire le nostre possibilità e il nostro stile; andiamo per mercati, fermiamo il tempo durante una festa paesana riprendendo persone comuni, oggetti e cose. Mai avere fretta, quello che facciamo non è mai tempo perso.
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